L’interrogazione a cui spinge l’autore del Deuteronomio se nei tempi antichi ci sia stato dal momento della creazione dell’uomo sulla terra una cosa così grande che: “un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu e che rimanesse vivo?”, porta ad una riflessione finale: se così è stato, allora “medita nel tuo cuore”: la necessità del pensare, del meditare sulla esistenza di Dio e sui rapporti che si devono avere con Lui. Questo Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è un altro. Quanto, oggi, queste parole dobbiamo tenerle presenti! Di fronte alla ricerca di surrogati, che diano senso alla nostra vita, quanto siamo lontani da una spiritualità che esprime un rapporto vivo e con un Dio vivo! Se certamente tutto ciò è difficile sappiamo di avere una guida e questa guida è lo Spirito Santo. E di fronte alla necessità di guardarsi in faccia con le varie schiavitù esistenti, oggi, sappiamo di avere uno spirito non da schiavi per ricadere nella paura, ma uno Spirito che trasforma la nostra natura in figli adottivi di Dio. Non schiavi ma figli! Questi sono i nuovi rapporti che dobbiamo avere con Dio. Bando quindi alle paure, alle credulità, ai rapporti falsi. Questa nuova realtà si deve far conoscere a tutti gli uomini, di tutta la terra. Ogni uomo che è sulla terra deve sapere che è figlio adottivo del Dio vivo e vero, che ha una guida nello Spirito santo, che la sua vita è inserita in quella di questo Dio che è Padre, che è Figlio e che è Spirito santo. Non una vita segnata dalla solitudine, ma una vita segnata dalla comunione e dalla compagnia di Gesù vita natural durante: “Sarò con voi fino alla fine del mondo”. E’ un Dio diverso da quelli che l’umanità si è inventati lungo la sua storia, è un Dio vivo che vuole vivere con i suoi figli   (Don Leone Calambrogio).